Arrogant pub, passione, professionalità e amore per il territorio senza compromessi.

C’è chi le dice e chi le cose le fa…

Da quasi 15 anni, Arrogant le fa e le racconta con una cucina territoriale e coinvolgente che ha rivoluzionato il panorama gastronomico dei classici pub-birreria.

Amore e passione per il territorio reggiano sono il filo conduttore di una cucina che si regge su una stretta rete di  connessione con piccoli produttori locali che condividono gli stessi valori di etica e sostenibilità.

L’attenzione alle materie prime è capillare e fa di Arrogant un’oasi del “buon bere e ben mangiare”. 

Alessandro Belli – detto Alle – e la compagna Elisa Migliari, trasmettono nella proposta ristorativa di Arrogant Pub, un bagaglio di esperienze e professionalità non indifferenti, creando una famiglia di fornitori che scrive, ogni giorno, una nuova pagina di alta ristorazione sostenibile.

Birra, hamburger e sostenibilità

L’Arrogant Pub, insignito della Chiocciola Verde, è il tempio rock per eccellenza, dove si può apprezzare la semplicità di un grande classico come birra e hamburger, realizzato con materie prime genuine e sostenibili del territorio. Il pane degli hamburger è fatto in casa con farine di grani antichi, la carne proviene solo da allevamenti etici di razze autoctone e la farcitura è composta da verdure biologiche del proprio orto o erbe selvatiche raccolte in Appennino. Il condimento è a base di salse naturali preparate in casa.

Birra Sour

L’Arrogant Pub non è solo una birreria, ma il regno indiscusso delle birre sour, le birre acide che stanno conquistando il palato degli appassionati. Qui si possono degustare non solo le famose birre estere, come quelle del birrificio belga Cantillon di Bruxelles, ma anche le birre italiane ed emiliane, come quelle del birrificio bolognese Ca’ del Brado. “La birra è una bevanda molto antica che nasce da lievitazioni casuali – ci spiega Alle – e la caratteristica delle birre sour è che i lieviti provengono dall’ambiente del birrificio e dalle botti usate per la conservazione. Ci vogliono anni perché nella cantina si crei un microclima idoneo per la formazione di lieviti selvaggi: batteri acetici, lattici, Brettanomyces che attaccano spontaneamente la birra e danno vita a una fermentazione spontanea.” Per orientarsi in questo mondo vasto e complesso, il consiglio di Alessandro Belli è di affidarsi al ‘publican’, che è colui che sa consigliare, raccontare, spiegare e narrare nel dettaglio storia e sapore della birra che si beve. All’Arrogant, la birra non è solo una raccolta di etichette, ma una vera e propria religione; ne è testimonianza il grandioso successo del Sour Festival, che nelle sue numerose edizioni ha rafforzato le sinergie tra tutti gli attori di questa rete di produttori appassionati. Arrogant è diventato leader in un mondo complesso come quello delle birre artigianali e della Pub Kitchen, proponendo una varietà di birre vive e, in particolare, la maestria di Alle sta nel saper abbinare le birre sour – birre a fermentazione spontanea – alla proposta gastronomica.

Noi abbiamo assaggiato:

 • Birra Madre – Birrificio Menaresta, Chiara barricata tipo lambic, fermentata in modo innovativo (prima e unica in Italia!) con lievito madre di 50 anni (secca e sapida, pulitissima, con l’impiego originale del lievito da panificazione a fermentazione spontanea.

• Birra Sieman Rive Rosse 

Anch’essa a fermentazione spontanea, a base di mosto di Tai rosso, vitigno autoctono dei Colli Berici, della provincia di Vicenza. Nel profilo aromatico si ritrovano note di cantina, legno e cuoio e, in secondo piano, sfumature acetiche, vaniglia e cereali.

Ma naturalmente vi invitiamo a scoprire l’intera offerta direttamente da Arrogant!

Arrogant non è il solito pub di birra e hamburger: è un universo di qualità, esperienza e semplicità, luogo di cultura, passione e innovazione, che valorizza il territorio e i suoi produttori da scoprire,  capace al contempo di offrire un’alta esperienza.            

La risposta arrogante ad un mondo di numeri 

Ma il menù non si limita a questo e propone anche preparazioni vegetariane, ricette della tradizione e sorprese nei piatti del giorno che seguono il ritmo delle stagioni.

La cucina di Arrogant è un’insegna all’artigianalità italiana, ecco perché le carni vengono scelte direttamente in allevamento, privilegiando vacche autoctone a fine carriera, di cui vengono utilizzate tutte le parti, compreso il quinto quarto, valorizzando così tutto l’animale.

Per la stessa ragione, la cucina sceglie di trattare il suino nero da allevamento brado (azienda agricola Borghi Tiziano, Pecorile) o presidi slow food come la pecora della razza Cornella Bianca, la Vacca Rossa e Bianca Modenese.

Con questa filosofia, Alle ed Elisa sono riusciti a scardinare la concezione classica di pub, contribuendo ad un’innovazione complessiva in tutti i suoi elementi.

Raccolto dall’orto e servito nel piatto e non per modo di dire!

Non solo birra e carne, quindi, sono sottoposti ad un’attenzione e una ricerca chirurgica, ma tutto ciò che esce dalla cucina di Arrogant proviene dalla stessa filosofia zero compromessi. 

Ecco perché la scelta cade sul vegetale proveniente dall’orto coltivato senza pesticidi e gestito dalla sorella di Alessandro Belli, Cristina Belli, che condivide la medesima filosofia. 

Tutte le orticole stagionali vengono declinate poi nella creatività della cucina in modo esemplare! 

Oltre ai prodotti dell’orto, all’Arrogant si fa anche foraging; ad occuparsi della raccolta di erbe selvatiche è la zia di Elisa, specializzatasi con Villiam Morelli, membro della Società Italiana di Botanica, uno dei più grandi esperti e raccoglitori di erbe spontanee dell’Emilia Romagna. 

Si raccolgono ortiche, tarassaco, funghi (che poi vengono certificati), mele cotogne, fiori di sambuco e tanto altro.

Farina, l’oro bianco di Arrogant pub.

La scelta delle farine non tradisce l’aspettativa e fa capo all’azienda Agricola Casa Vecchia di Gherpelli a Correggio, a manifesto della pura località delle risorse. Di conseguenza, pasta e panificazione sono processi gestiti internamente, producendo paste e pani di qualità indiscutibile, con grani iper selezionati, preferibilmente antichi ed autoctoni.

Nella scelta dei fornitori, Arrogant non si smentisce e privilegia la qualità, ma anche l’aspetto relazionale ed emotivo in ogni collaborazione, come nel caso di Andrea Gherpelli, attore e agricoltore, figlio di agricoltori, che condivide lo stesso approccio etico e sostenibile. E questo è solo uno tra i tanti esempi di questa rete virtuosa. All’azienda Agricola Casa Vecchia non si parla solo di biologico, ma di custodia del seme, scegliendo la varietà da produrre in base alle necessità del terreno, occupandosi in questo modo di agricoltura rigenerativa e riproduzione di grani antichi. 

Si produce farina di: grani teneri del 900 (Triticum Aestivum), grani turgidi antichi (Triticum Turgidum), teneri antichi (Triticum Aestivum).

· Ardito tipo 1

Frumento tenero molto precoce, tra i primi che si trebbiano. Profumatissimo, l’Ardito è una delle “Sementi Elette” selezionate nei primi anni del ‘900 dal genetista Nazareno Strampelli.

·Farro

Sia tipo monococco, nato dall’unione di due varietà a spiga bionda e spiga nera, sia tipo dicocco, nato dall’unione di quello tipico della Garfagnana con altri suoi fratelli a spiga nera, turchese, bronzea, sia di tipo spelta, una variante a spiga scura.

·Gentilrosso farina tipo 2

Il Gentilrosso è un miscuglio ottenuto dall’unione di sementi di questa famiglia provenienti da diversi anziani contadini negli areali tosco-emiliani tra pianura e collina.

·Grano saraceno farina tipo 1

È un alimento privo di glutine e molto antico. È anche un’ottima pianta mellifera che attira le api e favorisce il mantenimento della Biosfera.

·Khorosan

Conosciuto anche come ‘Grano degli Egizi’, ad alto valore energetico e nutritivo, questo grano prende diversi nomi: Saragolla (Sarga, giallo – e Golyo, seme) e significa “chicco giallo”, con varietà Saragolla turchesco, Lucano, la Zingaresca, la Bulgara, la Saragolletta del Sannio, Perciasacchi, Strazzavisazz. È la varietà di frumento su cui la Kamut Enterprise ha fondato il suo successo mondiale.

·Miracolo tipo 1

Unica varietà capace di produrre una spiga a grappolo, alta ben 1,8 metri. La capacità di produrre spighe a grappolo ha fatto pensare ai contadini che fosse un grano capace di fare il miracolo e così si è tramandato con il nome di Grano del Miracolo. Di origine antichissima, usato presumibilmente fin dagli Egizi, il grano Miracolo è citato anche nella Bibbia.

·Virgilio Farina tipo 1 e tipo 2

Frumento tenero a spiga bianca dal chicco “biondo”, dalla grande capacità di lievitazione. Questa sua colorazione caratteristica dà vita a una farina integrale non scura e capace di produrre un pane bianco anche se integrale. Cosa che piaceva ai contadini di un tempo che avevano l’impressione di mangiare il pane bianco dei signori! Il Virgilio è una delle “Sementi Elette” selezionate nei primi anni del ‘900 dal genetista Nazareno Strampelli.

·Poulard di Ciano farina tipo 1

Frumento alto oltre 2 metri, dalla lunga spiga nera o marrone, dai grandi baffi, compatta e carica di semi. Anche conosciuto come Farro dei Reggiani, Reggiano Poulard di Ciano, Francese, Poulard, Turgido Reggiano. Si tratta dell’unico frumento autoctono reggiano rinvenuto a Ciano d’Enza a fine Ottocento dal prestigioso agronomo parmense Bizzozzero.

 · Rouge de Bordeaux “Supiot” tipo 2

Presumibilmente il cugino francese del nostro locale gentilrosso, è una varietà a spiga rossa. Questa varietà ha la capacità di portare sapori e profumi che colpiscono anche i meno esperti.

·San Pastore Farina tipo 1

Frumento tenero dalla splendida spiga scura, molto resistente all’allettamento e capace di produrre un chicco salubre e di facile macinatura. Tra i suoi progenitori vi è il grano duro di Puglia. Produce una farina versatile e ottima per i lievitati e la pasta all’uovo. Anche il San Pastore è una delle “Sementi Elette” selezionate nei primi anni del ‘900 dal genetista Nazareno Strampelli.

·Senatore Cappelli tipo 1

Varietà storica di grano duro a baffo nero selezionata nei primi del 900 in Puglia dal genetista Nazareno Strampelli. La sua profumazione e percentuale proteica elevata lo rendono un grano capace di dare una semola ottima per produrre pasta o, se usata intorno al 30%, di dare croccantezza a pizza o pane.

Non osate chiamarlo pane e salame!

Nella semplicità della visione dei gestori, anche un elemento culturalmente iconico come pane e salame non è da dare per scontato. Anche qui si ha prova dell’eccellenza ricercata nella materia prima, tra salumi e formaggi auto prodotti, laboratori di proprietà e piccoli fornitori artigianali! 

Uno spuntino semplice si trasforma così in un’esplosione di gusto, genuinità, tradizione, consapevolezza e passione per la materia prima.

Nel laboratorio di salumi di Quattro Castella, si ha la produzione di salumi artigianali da maiali del territorio e dall’allevamento brado di maiale nero di Tiziano Borghi, da cui provengono capi non trattati con antibiotici. 

Allo stesso modo nel laboratorio di Puianello  – Slow Cooked S.a.S.- si pratica la cottura a bassa temperatura preparando alimenti che arrivano dalla tradizione barbecue americana rivisitati grazie al sistema Sous Vide/Low Temperature che coniuga gusto, salute e praticità.

Formaggi artigianali selezionati

I formaggi provengono tutti da piccoli artigiani dell’Appennino Emiliano. Alcuni sono presi freschi e affinati nel loro laboratorio, come la tometta di un’azienda biologica modenese, fatta con latte di capre della Selva Romanesca che vivono allo stato semibrado a 1000 metri di altitudine. Nel carrello dei formaggi si trova anche un trenta mesi di Biogold, unica azienda biodinamica del consorzio, che lavora solo con vacche rosse (presidio slow food), un pecorino dell’alto Appennino reggiano della zona di Succiso, stagionato da loro per sei mesi, lo stra premiato blu dell’azienda Selva Romanesca o il vaccino super stagionato dell’Azienda Agricola Foradori di Mezzolombardo (TN), che alleva al pascolo in modo sostenibile le sei mucche di razza Grigia Alpina che forniscono il latte per l’esemplare produzione casearia della malga al Passo Brocon.

Conclusioni

Funky, punk e con un pizzico di quella giusta arroganza che nasce dalla profonda consapevolezza del proprio operato, la melodia che suona da Arrogant Pub è un manifesto e un invito a tutti i ristoratori a valorizzare il legame territoriale, costruendo relazioni di qualità. La stessa qualità che si assapora ad ogni morso della proposta gastronomica. Sapori e consistenze sono sapientemente studiati per stimolare il palato e offrire spunti di approfondimento e riflessione sulla vera essenza dell’arte culinaria: condivisione, consapevolezza, sostenibilità, genuinità e umanità.

Cosa abbiamo assaggiato noi?

· Crocchette di ortica (raccolta in Appennino) e scamorza

 · Chips di maiale preparate con coppa fresca di maiale e curry 

Accompagnati da: 

-Maionese al parmigiano reggiano 

-Senape in grani del Ventasso (Appennino)

· Salumi di produzione propria: Coppa di maiale nero rifilata con il lardo accompagnati dai grissini di mais preparati da Elisa

· Nervetti alla matriciana

· Verzino di foglia di fico ripieno di mele cotogne con pure all’aglio nero, crema di Zola e riccioni.

· Alette di faraona nostrana laccate con una salsa barbecue al Barbon (home made) e tarassaco.

· Hamburger Attila Tartare di Bruna Alpina, maionese allo zenzero, puntarelle alla romana. Servito con patate di montagna al forno.

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