Sette portate, una filosofia: celebrare i doni della natura in ogni declinazione possibile.

Sapori autentici con svolte di gusto inaspettate descrivono un volo libero tra terra e mare, in cui ogni elemento è valorizzato, rispettando ogni componente.

Qui, il racconto gastronomico di Chef Andrea Incerti Vezzani si traduce in un Manifesto alla sostenibilità e alla tradizione, capace di abbracciare sfumature di mondi lontani, senza paura di sperimentare, consapevolmente.

Il Benvenuto, da Ca’Matilde

La nostra cena si apre con un quadro multisensoriale composto da otto finger bites in cui prende forma la visione e la missione dello Chef.

Più che una serie di stuzzichini, una vera e propria dichiarazione d’intenti che valorizza l’energia vitale dei prodotti appena colti dall’orto biodinamico, e che, al contempo, sa giocare con ingredienti esotici come la tapioca e la pastinaca, senza dimenticare le radici del territorio, esaltate da ingredienti locali come il parmigiano reggiano da vacche rosse.

Lo statement di Ca’Matilde si manifesta nella baby carota, impreziosita dal pesto ricavato dalle sue foglie. 

Questa è posizionata al centro del piatto, a insegnare come anche da un piccolo ortaggio si possa cogliere un universo di gusto da esplorare, se ogni sua componente è usata con consapevolezza.

Sfilano, in sequenza, una crocchetta ripiena di pecorino, un waffle alla rapa rossa, mezza manica soffiata con peperone piquillo e ricotta, chips di tapioca con crema di olive nere, tartelletta al peperone, per concludere con una cialda ripiena di parmigiano e arachidi.

Di Sano Pane

Sul tavolo si apre anche un delicato scrigno di pane gourmet che si compone di pane semintegrale e un ‘emilianissimo’ gnocco al forno, entrambi a lievitazione naturale e realizzati con farina “Petra Tuttograno integrale” che grazie all’innovativo processo augmented stone milling conserva un ottimo contenuto delle parti diverse del chicco, compreso il germe e la fibra nobile garantendo la conservazione del gusto e dell’equilibrio nutritivo. 

L’impresa è stata solo riuscire a moderarsi!

Antipasti

Si parte con un’ottima variante di un classico sempreverde: –panzanella con cetrioli, anguria e mozzarella di bufala-. Un piatto leggero che evidenzia l’abilità indiscussa dello Chef nel creare un piacevole gioco d’illusioni di gusto, col gazpacho d’anguria anziché di pomodoro ingannando occhi e palato verso nuove frontiere del gusto. 

Completa il piatto l’apporto proteico della mozzarella di bufala,  in un equilibrio tra gusto, leggerezza e, naturalmente, estetica inconfondibile. 

Avvio fresco e vivace, piacevolissimo! 

Proseguiamo in freschezza con –tartare di salmone e rapa rossa, tapioca al blu curacao e limone candito-. La portata si compone di una frolla alla lavanda, tartare di salmone selvaggio, tapioca all’alga blu (spirulina), limone candito e rapa rossa! 

Un’esplosione di sapori, colori e profumi, che prima seduce l’occhio, poi inebria l’olfatto e infine conquista il gusto. 

Il morso carnoso e la grassezza del salmone selvaggio, vengono smussati dalle note acri del limone e da quelle lievemente terrose della preziosa rapa rossa ed infine profumati dalla fragrante delicatezza della frolla alla lavanda.

A volte occorre viaggiare il mondo, sorvolare orizzonti per trovarsi immersi in un piatto che incarna un universo perfetto. 

Più che un antipasto, un concentrato di ingredienti benefici che non solo delizia il palato, ma anche nutre il corpo e la mente. 

Sorprendente e non solo per le latitudini che ci fa esplodere in bocca, ma anche e soprattutto per essere un vero e proprio concentrato di superfood. Questo piatto è un vero e proprio concentrato di superfood. A partire dal salmone selvaggio, che ha una carne più magra e più ricca di antiossidanti, omega 3 e vitamina E. Questo grazie alla sua alimentazione naturale a base di krill e alghe. Alla rapa rossa, che conserva tutti i suoi benefici poiché coltivata in biodinamica e appena colta. Tra questi: antiossidanti, ferro, calcio, potassio, fosforo e vitamina C. Alla tapioca, priva di glutine, facilmente digeribile e ricca di carboidrati complessi, vitamina B2, calcio, ferro e zinco. Un prodotto amidaceo energetico, saziante e utile per il metabolismo e la funzione immunitaria. Fino alla preziosa miniera di proteine, vitamine, minerali e antiossidanti quale è la spirulina o alle fibre e alla vitamina C fornite dal limone.

Un antipasto che stimola i sensi e armonizza lo spirito e rivitalizza il corpo, che è al contempo viaggio nel mondo, ma anche ritorno a casa; un racconto di una storia di qualità, salute e creatività riflessa in ogni boccone: questo è ciò che abbiamo assaporato! 

Per noi, senza dubbio, star indiscussa della cena!

Golosa variante per gli estimatori della amatriciana l’-uovo pochè all’amatriciana-, una crema di tuorlo d’uovo con patata, salsa di pomodoro, spuma di pecorino e guanciale croccante.

Precisiamo intanto che l’uovo proviene da gallina libera e felice, il guanciale è il guanciale naturale dei salumi di maiali dell’allevamento brado di Tiziano Borghi, il pomodoro dell’orto e il pecorino scelto solo da fornitori consapevoli.

All’assaggio, voluttuosità elegante e non stucchevole di un boccone semplicemente delizioso e confortevole. 

Un invito a far scarpetta che noi accettiamo volentieri. 

A completare la carrellata di antipasti il morso croccante del –fiore di zucchina ripieno e confettura al bergamotto-. Una creazione in cui si rincorrono in piena armonia la dolcezza della zucca hokkaido, la nota erbacea, dolce e lievemente amara della crema di zucchine, la punta terrosa dal sapore rustico del grano saraceno. Il tutto sormontato da una confettura di bergamotto, un concentrato di vitamina C, A, E e flavonoidi che porta un accento deciso, acre e incredibilmente profumato!

Ancora una volta esempio di come si possa cucinare in modo creativo e responsabile, rispettando la natura e la salute dando vita ad un risultato che è una festa per il palato! 

Primo

Golosa variante per gli estimatori della amatriciana l’-uovo pochè all’amatriciana-, una crema di tuorlo d’uovo con patata, salsa di pomodoro, spuma di pecorino e guanciale croccante.

Precisiamo intanto che l’uovo proviene da gallina libera e felice, il guanciale è il guanciale naturale dei salumi di maiali dell’allevamento brado di Tiziano Borghi, il pomodoro dell’orto e il pecorino scelto solo da fornitori consapevoli.

All’assaggio, voluttuosità elegante e non stucchevole di un boccone semplicemente delizioso e confortevole. 

Un invito a far scarpetta che noi accettiamo volentieri. 

Secondo

Branzino con crema di melanzane, caponata di verdure, patata viola e chips di batata

Puro swing. Grazie al ritmo perfetto tra accordi di sapori e note di ogni singolo ingrediente.

Un’esecuzione magistrale: carne morbida e umida, gusto puro, selvaggio, pelle finemente croccante.

La cottura, senza esagerare, è perfetta.

Tutto per la verità è perfetto.

Parliamo naturalmente di branzino pescato, che non ha mangiato mangimi e mantiene la sua integrità. A differenza di quello allevato, ha una carne bianca più magra, dal sapore più intenso e dalla consistenza più soda. 

Un pesce che offre il meglio di sé in termini di proteine, omega-3, vitamine del gruppo B e minerali come il fosforo, il selenio e lo iodio.

Rispettato nella sua integrità, il branzino si accompagna alla vitalità dell’orto esaltata dalla sapienza e dalla capacità tecnica d’esecuzione che  preserva aroma e proprietà organolettiche degli ingredienti.

All’assaggio esplode in bocca una verità di gusto e consistenze impareggiabile.

La crema di melanzana, dal sapore piccante e amaro, leggera e ricca di fibre e antiossidanti, si circonda di una caponata di vegetali che brillano coi loro colori sgargianti come gemme.

Spicca il blu violetto cangiante della patata viola, dal sapore dolciastro, molto simile alla castagna. Antico tubero che è un concentrato di antociani, vitamina C, potassio e soprattutto polifenoli grazie ai quali possiede un indice glicemico più basso rispetto alla patata comune.

Richiamo a terre lontane nella chips di batata, originaria delle Americhe, alimento energetico ed antiossidante, fonte di carboidrati complessi, fibre e vitamine.

Se il suo indice glicemico è simile a quello delle patate bianche, possiede però un carico glicemico inferiore, grazie alla minor quantità di carboidrati per porzione.

In chiusura risveglia le papille completando il piatto egregiamente  l’accento dolce piccante dal retrogusto leggermente acidulo della mostarda di pomodoro.

Il tutto fuso in una danza di ingredienti che regala nuove emozioni, sempre all’insegna della freschezza.

L’occhio promuove a pieni voti! 

Dolcezze finali

Anche nel “comparto dolce” troviamo un approccio consapevole e una grande rilevanza dell’elemento vegetale, che non solo aggiunge colore e freschezza, ma anche sostanze nutritive e benefiche per il nostro organismo.

Pre dessert 

Prepara perfettamente al fine pasto il cremino al cetriolo con arachidi, mela verde e croccante ai semi di lino, una composizione dinamica, fresca e leggera che gioca a solleticare il palato con un carosello di gusti, consistenza e colore,

capace di abbracciare elementi eterogenei per poi chiudersi in un assaggio armonico, rinvigorente e soddisfacente. 

La dolcezza vellutata del cremino al cetriolo, rarefatta nella freschezza amaricante di questo frutto diuretico e depurativo, si esalta nell’ incontro con l’accento sapido della granella di arachidi, fonte di acidi grassi monoinsaturi e proteine, e col tono asprigno e succoso della brunoise di mela verde, ricca di vitamine, minerali e antiossidanti.

A completare il piacere il morso croccante  della cialda ai semi di lino, dal sapore amarognolo lievemente tostato.

Potenti antinfiammatori e antiossidanti grazie  alla presenza di acidi grassi polinsaturi e polifenoli.

Un predessert che è quasi eco delle dolcezze e delle mineralità naturali dei suoi ortaggi in un efficace rimbalzo di toni amari, acidi e sapidi.

Poteva bastare per quanto è stato appagante. 

Meringata al limone e lamponi

un dessert dal mordente importante che trova la chiave di volta nella spinta acidula del limone e nel gusto agrodolce del lampone.

Frizzante, titillante in bocca scoppietta!

Una delizia per gli occhi e per il palato, che ci ha regalato una chiusura perfetta senza appesantire la nostra cena.

I Vini

Chiaramente, l’accompagnamento a queste portate non poteva che essere altrettanto consapevole e sostenibile. 

La selezione della carta dei vini, che spazia tra etichette nazionali ed internazionali, e’ particolarmente attenta infatti a produzioni naturali, biologiche e biodinamiche, con un occhio di riguardo per le cantine locali.

In questa nostra passeggiata tra terra e cielo siamo stati guidati nella scelta dell’elegante metodo classico di Venturini Baldini, situata a pochi chilometri da Ca’Matilde. Scelta non casuale che rinforza la volontà di far emergere l’amore per il territorio emiliano! 

Coerente e azzeccatissima: 100% pinot nero, capace con il suo portafoglio di fragranze, di esaltare ogni passaggio di gusto proposto dalla cucina.

Proseguiamo con un Masut da Rive, Pinot nero friulano, annata 2020. Anch’esso prodotto con rispetto del ciclo naturale della pianta, senza l’utilizzo di diserbanti o materiali inquinanti per il terreno. Vino che colpisce subito per la nota fresca e fruttata con un finale lievemente amaro dato dai delicati richiami d’erbe officinali.

Conclusione degna di un pairing attento e non banale curato nei dettagli. Così come tutto il resto, in cucina come in sala.

Conclusioni

Variopinta, ma minimale, locale, ma con lo sguardo aperto su mille orizzonti creativi. 

Così si presenta l’idea culinaria di Andrea Incerti Vezzani, che racconta un gusto identitario fatto di erbe, vegetali e prodotti locali. 

Gli ortaggi protagonisti di piatti schietti, sinceri, golosi, in cui ogni cosa viene preparata secondo una filosofia di “cucina viva” che si snoda tra mare e terra. 

Tutti prodotti sempre valorizzati da uno chef cultore della materia prima, che fa uso della più avanzata tecnologia per ottenere un risultato il meno alterato possibile rispetto all’origine dell’ingrediente. 

È una cucina d’autore, di ricerca, una sorprendente interpretazione contemporanea di un equilibrio perfetto tra prodotti del territorio e creatività. 

Sempre con la bussola fissa della qualità.

Ca’ Matilde continua a brillare, come testimonia la Stella che la Michelin le assegna dal 2008, riconoscimento al lavoro impeccabile e appassionato di Andrea Incerti Vezzani. 

Chef Incerti Vezzani ha saputo reinterpretare le radici della tradizione reggiana, riprendendo un modello illustre e antico: quello della cucina naturale e della coltivazione biodinamica.

Con la sua visione, Ca’ Matilde incarna il rispetto per la natura, protagonista qui in ogni aspetto: dallo spazio dedicato all’orto, alle scelte di trattamento della materia prima, alla realizzazione di ogni portata.

L’orto biodinamico di Ca’Matilde

La filosofia del ristorante si radica nella coerenza più assoluta, e l’orto, visibile dalle ampie vetrate della sala, ne è la prova tangibile. 

Si tratta di un orto biodinamico, che risponde a principi di etica e di sostenibilità e fornisce integralmente la materia prima vegetale per la cucina.

Ma in cosa consiste precisamente l’agricoltura biodinamica? 

Questa tecnica di coltivazione non è certo una pratica moderna, ma risale agli insegnamenti impartiti negli anni ’20 dal filosofo Rudolf Steiner. 

Secondo lui, la fertilità del suolo e l’agricoltura devono essere inserite in una visione di forze cosmiche, energie astrali e spirituali. Il principio base di questa filosofia è fondato sull’effetto che il ciclo della luna ha sull’attività biologica delle piante e sul loro conseguente apporto nutritivo. 

A seconda della fase lunare, la linfa sale o scende nel fusto delle piante, determinando il momento di raccolta in relazione al poter godere del massimo delle proprietà del vegetale. 

A ciò si aggiunge la pratica agronomica del sovescio, che consiste nell’interramento di colture per aumentare la fertilità del terreno, e l’utilizzo di preparati biodinamici attivatori.

In particolare, a Ca’ Matilde lo stallatico proviene dalla vicina Fattoria Rossi, che alleva in biologico allo stato semi brado bovini di razza frisona e suini di razza mora romagnola e large white.

Infine, tutto il lavoro dell’orto viene eseguito a mano per dar vita a un orto ‘green’ esemplare sotto tutti i punti di vista.

Materia Prima

Qui la sostenibilità è fatta di prodotto, ma anche di memoria e valorizzazione del territorio.

La scelta consapevole ed etica infatti non solo rispetta i cicli naturali delle stagioni utilizzando i propri ortaggi biodinamici, ma si avvale anche di ingredienti di filiera, frutto del lavoro di allevatori, produttori e agricoltori che condividono i medesimi valori.

Punto cardine di tutta l’idea gastronomica sono gli ortaggi biodinamici autoprodotti, lavorati appena colti con il chiaro obiettivo di conservarne e preservarne l’energia e la carica vitale.

Ma non solo vegetali a metro zero, anche cereali antichi, carni da animali cresciuti al pascolo, salumi naturali da allevamenti bradi come la selezione Tiziano Borghi, pesce esclusivamente pescato, parmigiano reggiano da vacche rosse e formaggi locali.

L’importante è che tutti gli ingredienti siano coerenti con la filosofia di Ca’Matilde, che fa della qualità e della naturalezza i suoi punti di forza.

Atmosfera e servizio

Appena si arriva al ristorante, si è avvolti da una pace che solo i luoghi capaci di trascendere lo spazio e il tempo possono offrire. 

Lontano dal clamore urbano, Ca’Matilde è un nido che regala emozioni di cui forse, dovremmo tutti noi approfittare più spesso.

Impeccabile è anche il servizio, accurato e attento, diretto da Marcella, raffinata padrona di casa e regista di sala, che si avvale della collaborazione insostituibile del Sommelier Flavio Tripi, con l’assistenza di Ben e Nicolò.

Cucina

Questo luogo di contemplazione naturale è solo il preludio a un racconto gastronomico consapevole, etico e sostenibile, che mira a valorizzare le produzioni locali, convertire gli scarti e preservare la vitalità dell’ingrediente.

La stessa consapevolezza si riflette anche nella scelta di una cucina che non appesantisce il palato con eccessi di grassi, ma che anzi lo sorprende con la delicatezza e la complessità di sapori ottimamente bilanciati.

Se la gastronomia emiliana non è esattamente conosciuta per la sua leggerezza, nelle mani di Vezzani il richiamo della tradizione si alleggerisce in preparazioni contemporanee, che puntano al bilanciamento degli ingredienti della ricetta.

Nel piatto, memoria e tradizione diventano ispirazione per trovare linguaggi nuovi, capaci di dar vita a un racconto attuale e moderno.

Così il prodotto locale non teme d’incontrare profumi e sapori lontani, ed anzi, viene valorizzato con garbo e rispetto da misurate contaminazioni.

Dunque la coerenza dell’idea di cucina si esprime in una gastronomia creativa, lineare e sempre consapevole, che sortisce un risultato entusiasmante, frutto del gesto di uno chef che sa curare sapientemente l’abbinamento dei sapori e la manipolazione rispettosa dei cibi, da lui sempre onorati.

Forno a pressione: 

Innovazione e rispetto 

La coerenza nel rispetto per la materia prima in Ca‘ Matilde si manifesta anche nella scelta della strumentazione dedicata al trattamento della stessa.

Grazie alla ricerca incessante dello chef di attrezzature evolute, a Ca’Matilde le tecniche di cucina sono al servizio dell‘ingrediente, e non viceversa.

Preparazioni salubri, vitali e leggere, frutto di scelte consapevoli, come l‘adozione di un avanzatissimo forno a pressione per realizzare cotture a vapore che preservano le proprietà organolettiche degli ingredienti.

Nel caso specifico, la pressione aumenta la straordinaria capacità del vapore di penetrare nella struttura delle pietanze senza comprometterne la qualità nutritiva. Tutto questo si traduce in tempi ridotti, maggiore produttività, migliore qualità e un sapore impareggiabile.

Menù

Il viaggio nelle degustazioni di Ca’Matilde ha grande personalità e conquista per abbinamenti e sapori netti.

Qui non si sceglie alla carta, ma ci si lascia sorprendere dalle degustazioni proposte in base alla stagione e alla disponibilità degli ingredienti dell’orto.

Si può optare tra 5 percorsi gustativi, che spaziano tra terra e mare, tradizione e innovazione, uno dei quali è interamente vegetariano.

Il fil rouge è rappresentato dall’intimità tra natura e territorio, in un viaggio culinario che valorizza ogni singolo ingrediente.

E non temete inserimenti di cucine lontane, sono sempre ben dosati e coerenti per filosofia. 

Così, il salmone nuota tra le alghe blu, il fiore di zucca abbraccia il bergamotto, il parmigiano si intreccia alle arachidi, la caponata alle chips di batata…

I quattro menù degustazione sono consultabili qui e nel prossimo articolo, vi racconteremo la nostra esperienza col “Menù Cielo”.

Conclusioni

Ca’Matilde rappresenta l’essenza del rispetto ambientale, devota al territorio e capace di coinvolgere tutti i cinque sensi. Il piacere, qui, nasce dalla passione, tradotta in veri e propri gioielli gastronomici, segno indelebile della riuscita di una visione genuina ed ambiziosa.

Dal punto di vista nutrizionale, è evidente quanto le attenzioni dello Chef si traducano in preparazioni bilanciate, ricche di tutta la vitalità intrinseca delle proprietà nutritive dell’ingrediente.

Qui il cibo è vero nutrimento, linfa vitale, energia veicolata al servizio del Benessere.

Fare l’esperienza di Ca‘ Matilde è come leggere un manifesto della gastronomia biodinamica moderna, rivolta alla sostenibilità, al limite dello scarto zero.

Questo ristorante rappresenta la dimostrazione concreta che è possibile rispettare la terra, vivendo nel pieno il proprio territorio e dare vita ad un’alta cucina creativa, attenta all’alleggerimento del piatto.

Il Bolero è una varietà antica di frumento tenero che si distingue per le sue qualità nutrizionali e organolettiche. Ha infatti mantenuto le caratteristiche originali della pianta, senza subire modifiche genetiche o incroci con altre specie. Attualmente viene coltivato in modo biologico, rispettando i ritmi della natura e senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici.

Questo grano è adatto alla panificazione, grazie alle sue caratteristiche molitorie. Ha un alto valore di W, che indica la forza della farina, e un basso valore di P/L, che indica l’equilibrio tra tenacità ed estensibilità dell’impasto. Queste proprietà conferiscono al pane una maggiore alveolatura, una crosta croccante e una mollica soffice e profumata. 

Il Bolero ha anche un elevato contenuto di proteine, che contribuiscono al valore nutritivo del pane, e una granella bianca, che lo rende gradevole alla vista.

Il consumo di questo frumento inoltre è senza dubbio più salutare, grazie al contenuto inferiore di glutine rispetto ai grani moderni. Il glutine è una proteina che può causare intolleranze o allergie in alcune persone, provocando disturbi digestivi, cutanei o respiratori. 

Il Bolero, al contrario, possiede un glutine più digeribile e meno aggressivo, che non provoca infiammazioni o irritazioni. Inoltre, ha un basso indice glicemico, che significa che non fa aumentare troppo rapidamente il livello di zucchero nel sangue, prevenendo il rischio di diabete o obesità.

La coltivazione di questo frumento rispetta l’ambiente, perché richiede meno acqua e meno energia. Il Bolero è infatti una varietà resistente al freddo e alle malattie fungine, che non necessita di trattamenti fitosanitari o irrigui. È anche una varietà che favorisce la biodiversità, perché si adatta a diversi tipi di terreno e clima, e perché convive con altre specie vegetali e animali, creando un ecosistema equilibrato e sostenibile

Il Bolero rappresenta la tradizione e la cultura del territorio italiano, perché è stato selezionato e conservato da agricoltori e molini che hanno tramandato il loro sapere e la loro passione per il grano. 

È un grano che esprime la qualità e il gusto della cucina italiana, perché è la materia prima di prodotti tipici come il pane, la pasta, i dolci e i biscotti.

Per noi è senza dubbio un grano che merita di essere conosciuto e apprezzato da tutti.

Le proprietà benefiche del Bolero sono state confermate da diversi studi scientifici, che ne hanno evidenziato la composizione chimica, fisica e nutrizionale, l’effetto antinfiammatorio e antiossidante, e l’impatto glicemico e insulinemico. 

Questi studi hanno dimostrato che il Bolero ha un elevato contenuto di proteine, amido, fibra, acidi grassi insaturi, antiossidanti e minerali, rispetto ad altre varietà di frumento tenero. 

Hanno anche mostrato che il Bolero ha inibito la produzione di molecole pro-infiammatorie e ha aumentato la produzione di molecole antiossidanti nelle cellule umane, proteggendole dallo stress ossidativo. Inoltre, hanno evidenziato che il Bolero ha provocato una minore risposta glicemica e insulinemica nei soggetti sani che hanno consumato il pane di Bolero, rispetto a quelli che hanno consumato il pane di frumento moderno o il pane bianco, indicando una migliore tolleranza al glucosio. 

I suddetti studi sono stati pubblicati su riviste scientifiche di 

di prestigio, come Food Chemistry, Journal of Functional Foods e Nutrients.

• Fonte 1: Cappelli, A., Leoncini, E., Vannuccini, M.L., Zappoli, S., & Fantozzi, P. (2019). Chemical, physical and nutritionalcharacteristics of ancient and modern soft wheat flours. Food Chemistry, 275, 125-132. • Fonte 2: Leoncini, E., Cappelli, A., Vannuccini, M.L., Zappoli, S., & Fantozzi, P. (2019). Anti-inflammatory and antioxidant properties of ancient and modern wheatflours in human cells. Journal of Functional Foods, 58, 1-8. • Fonte 3: Vannuccini, M.L., Cappelli, A., Leoncini, E., Zappoli, S., & Fantozzi, P. (2020). Glycaemic and insulinemic responses to wholemeal breads made with ancient (Verna and Gentil Rosso) and modern (Bolero) wheat flours in healthy subjects. Nutrients, 12(2), 1-13

Savigno, un piccolo comune dell’Appennino bolognese, è noto per la sua vocazione gastronomica, che lo ha reso famoso come la “città del tartufo”. Ma Savigno ha anche altre eccellenze da offrire, come quella dell’Azienda Agricola Podere Forca, situata tra le verdi montagne che circondano il paese.

Si tratta di un’azienda a conduzione familiare, che si dedica all’allevamento di bovini e alla produzione di latte, formaggi, ricotta, yogurt e farine. L’azienda segue i principi dell’agricoltura biologica, rispettando l’ambiente e il benessere degli animali.

Le vacche sono di tre razze diverse: la Frisona Italiana e la Bruna, per la produzione di latte; e la Pezzata Rossa, per la produzione di latte e carne. Tutte sono allevate in modo naturale, offrendo loro la possibilità di godere di un’alimentazione sana e genuina, infatti la maggior parte del tempo, circa 6 mesi all’anno, sono al pascolo e si nutrono di foraggio biologico nei terreni dell’azienda.

Il latte prodotto dalle vacche di Podere Forca viene trasformato in una piccola attività casearia, dove si producono formaggi, ricotta e yogurt, seguendo le antiche ricette della tradizione locale: i formaggi sono di vario tipo, dal fresco al stagionato, dal morbido al duro, dal dolce al piccante. Tra i prodotti più apprezzati ci sono il Parmigiano Reggiano, il Pecorino, il Caciotta, il Stracchino e il Mascarpone. La ricotta e lo yogurt sono invece prodotti freschi e leggeri, ideali per la colazione o per la merenda. 

Tutti i prodotti caseari sono venduti direttamente in azienda o nei vari mercati contadini della Valsamoggia.

Podere Forca produce anche farine di grani antichi, coltivati in biologico e macinati a pietra. La varietà di grano che usano è il Bolero, un frumento tenero che ha conservato le proprietà nutritive e organolettiche della pianta originaria. 

Questo grano ha una bassa resa ma una alta qualità, sia dal punto di vista nutrizionale che da quello molitorio. Ha una granella bianca e tondeggiante, un alto contenuto di proteine, un buon valore di lievitazione e una bassa durezza. Inoltre, è adatto all’agricoltura biologica, in quanto ha una buona resistenza al freddo e alle malattie fungine, come l’oidio, la ruggine e la septoriosi. Ha un ciclo vegetativo medio-tardivo e una taglia bassa, che lo rende poco soggetto all’allettamento. Si presta alla preparazione di pane, pasta, biscotti e dolci, grazie al suo sapore delicato e alla sua digeribilità.

Oltre al Bolero, Podere Forca coltiva anche il mais e il farro, un cereale antico e rustico, che ha un basso contenuto di glutine e un alto contenuto di fibre, minerali e vitamine. Il farro ha una granella allungata e un colore bruno. Ha caratteristiche molitorie simili al grano duro, ma ha un sapore più aromatico e una consistenza più croccante. Il farro si presta alla preparazione di pane, pasta, zuppe, insalate e dolci, grazie al suo gusto ricco e alla sua versatilità.

Le farine prodotte da Podere Forca sono di due tipi: la tipo 1 semintegrale, adatta per panificazione, dolci e pasta, e la tipo 2 integrale, per panificazione. La tipo 1 ha una granulometria media e un colore giallo paglierino. Ha un contenuto di proteine del 12,5% e un indice di glutine del 28%. Ha un sapore delicato e una buona lievitabilità. La tipo 2 ha una granulometria fine e un colore bruno. Ha un contenuto di proteine del 13,5% e un indice di glutine del 30%. Ha un sapore intenso e una buona tenuta all’impasto. Le farine sono vendute a 2,00 Euro/kg e a 2,50 Euro/kg, rispettivamente.

Durante la visita allo spaccio di Podere Forca, abbiamo avuto l’occasione di assaggiare le loro tigelle, accompagnate da salumi, formaggi e marmellate. Le tigelle sono delle focaccine rotonde e sottili, tipiche dell’Emilia Romagna, che si cuociono in appositi stampi di ghisa. 

Quelle di Podere Forca sono fatte con farina Bolero mischiata con il farro, in aggiunta nell’impasto ci sono il latte e la ricotta prodotti dall’azienda. Questo fa sì che la tigella risulti più morbida e fragrante. Il sapore del grano antico Bolero si sposa perfettamente con i sapori dei prodotti locali, creando un connubio di gusto e genuinità.

Podere Forca è un’azienda agricola che valorizza il territorio e la tradizione, offrendo ai consumatori il meglio della natura e della cultura gastronomica emiliana. 

Per noi merita assolutamente di essere scoperta e apprezzata, per la qualità dei suoi prodotti e per la passione che mette nel suo lavoro.