La riviera romagnola è un’area in cui, un po’ troppo frequentemente, la ristorazione si è asservita a un’impostazione orientata al turismo massivo.

Ma non certo a Casa Nobili! 

Qui cucinare significa far seguire le ricette alle stagioni e non viceversa, anche e soprattutto alle stagioni della pesca, a cui unire due o tre elementi di una formidabile materia prima.

La nostra esperienza In queste pagine vogliamo raccontarvi la nostra degustazione settembrina a Casa Nobili.

Arrivati a destinazione, ci ha accolti Andrea Rignoli, il padrone di casa Per approfondire la filosofia del ristorante ma, che ci ha fatto accomodare nella verde terrazza, tra luci soffuse e una luna piena apparsa quasi come se fosse stata chiamata apposta per l’occasione. 

L’inizio già promette faville… 

Arriva il menù e c’è tanto da divertirsi: qui, volendo, è anche bello uscire dal classico metodo di scelta primo-secondo e giocare lasciandosi navigare tra le proposte di Andrea. E così è stato.

Il benvenuto 

La nostra cena prende avvio con il benvenuto ancestrale ma sempre gradito di pane e olio. 

Non certo un pane e un olio qualunque: il pane è quello di grani antichi de Il Fornaccio (Sogliano sul Rubicone) e l’olio è lo straordinario extravergine Manetti di Brisighella, presidio slow food. 

Un inizio col botto!

Gli antipasti 

A seguire siamo stati coccolati con una sequenza di antipasti di notevole bontà. 

Da amante dei crudi, era irrinunciabile il carpaccio di spigola al sale, agrumi, aneto e frutti di bosco: abbinamento da manuale. Un tripudio di freschezza al palato. In questo piatto c’era tutto quello che serviva, senza nessuna concessione al superfluo. Wow!

Ottima partenza seguita da un’insalata di seppioline tiepide con crema di canocchie, carpaccio di finocchio e aglio nero: tenere, succose, delicate, trattate con grande rispetto. 

Un piatto che colpisce per l’equilibrio assoluto dei sapori, perfettamente distinguibili, ottimamente raccordati tra di loro, quasi da far passare in secondo piano la rispettosa cottura del mollusco. 

Davvero il mare in un piatto! 

Ci scappa un altro wow.

E quando si pensa di aver raggiunto l’apice arriva lo sgombro sfilettato con salsa teriyaki al marsala. I sensi volano spaziando dal sapore corposo e sapido del pesce alla complessità della salsa, in un gioco dinamico tra umami, dolcezza ed acidità. 

Sapori che si fondono in un morso felice dolcemente sfiorato dai profumi tipici della cucina giapponese. 

Geniale la scelta dell’accompagnamento della nota amarognola della rucola e della fragranza dell’arancia. 

Che dire? Mi ha lasciata sopraffatta dall’assaggio: da tornare anche solo per riprenderlo!

Ma lo smarrimento dura un attimo. 

Arriva una triglia di scoglio da antologia a sottolineare come sempre la qualità della materia prima, questa volta mettendosi in gioco con uno dei pesci più difficili da governare. 

Triglia cicoria saltata salsa verde di spinacio e nocciola

Una panatura estremamente sottile a base di taralli, nocciole e limone dona una piacevole consistenza senza coprire il sapore del pesce. 

Scottata alla perfezione, la triglia risulta croccante esternamente e morbida internamente, sublime. 

Completano il piatto cicorie saltate e una delicata salsa di spinaci, approdo formidabile per una scarpetta. 

Una portata ancor più apprezzata per la scelta così legata fortemente al territorio.

Insomma, fino a quel momento una gioia per papille e pupille.

Il primo 

Immediata la soddisfazione all’arrivo dei ravioli di melanzana, canocchie e basilico fritto, che solo a leggerne in menù era già una festa del gusto! 

Una portata apparentemente semplice ma ricca di sapore, comfort food in versione marinara a tutti gli effetti. 

Il profumo è quello delle cose buone. Assaggiamo. 

Dolce, aromatico, lievemente pungente, con il morbido ripieno di melanzana immerso nel sapore iodato della canocchia, il raviolo si esalta ancor più con gli esplosivi incontri con le foglioline di basilico fritto e dal primo boccone invoglia a continuare.

I secondi 

A questo punto c’è giusto lo spazio per uno sfizio: optiamo per la condivisione di una stupenda frittura di banchina con galera (una piccola anguilla rosa), moletti, triglie, polpette di seppia, gamberi rosa, merluzzetti, tutti freschissimi, da gustare con una maionese al wasabi. 

Croccante e asciutta, una frittura impareggiabile! 

E non finisce qui.

Come sottrarsi all’assaggio dello stracotto speziato di tonnetto ala lunga con riso basmati

Una ricetta della cucina marinara tradizionale dai sapori netti e decisi. 

Ancora una volta Rignoli gioca in casa e stravince. 

Equilibrato e gustoso, con la materia prima valorizzata da un’attenta cottura.

I dolci 

Incredibile colpo d’ala sui dolci col tortino tiepido di mele e agrumi con salsa ai lamponi, preparato con farina di farro, zucchero di canna e mela golden. 

Un dolce non zuccheroso, leggero e per nulla stucchevole.

Il vino 

Accompagna la nostra cena Follia, metodo classico non dosato, non chiarificato e non filtrato dell’azienda agricola biologica Valle delle Lepri di Coriano. 

Vino a fermentazione spontanea del mosto, rifermentato in bottiglia e con maturazione sui lieviti per almeno 36 mesi. 

Questo è il vino che ho scelto per voi, perché è un vino che mi piace molto e che si abbina ottimamente ai piatti”- ci ha spiegato Andrea – “è un vino naturale, senza solfiti aggiunti, che esprime egregiamente il carattere del territorio”.

Sì perché il piacere di sedere alla tavola di Casa Nobili è anche questo: scambiare qualche parola in più sui vini, sul cibo e sulla storia di questa terra unica.

In sintesi 

Casa Nobili è un locale dove si mangia e si sta veramente bene. 

Atmosfera, condivisione e una cucina spudoratamente buona che offre un pesce straordinario nel conforto di ricette riconoscibili, ma che allo stesso tempo non rinuncia a un innovativo tratto personale.

Un consiglio: portate il compagno giusto. Certe emozioni devono essere condivise con chi ha il cuore per sentirle! 

Siamo tornati a trovare Andrea Rignoli a Casa Nobili e oggi vogliamo raccontarvi una ricetta veramente speciale:

 -Sgombro sfilettato con salsa Teriyaki al marsala

In questa brillante interpretazione, lo sgombro viene glassato con una salsa teriyaki rivisitata con soia, marsala, sakè, aceto di riso e zenzero, e servito nel nostro caso con arance e rucola fresche.

L’esito e’ un piatto intrigante, che gioca sull’ampiezza delle possibilità offerte dal gioco degli ingredienti combinati insieme

senza perdere la loro identità nell’elaborazione.

La ricetta

Nella ricetta di Rignoli non si usa zucchero e si prepara la salsa teriyaki sostituendo il mirin con il marsala per la caramelizzazione.

Si aggiunge poi il sapore fresco e pungente dello zenzero, quello dolcemente acidulo dell’aceto di riso ed infine un tocco umami con la soia.

Ingredienti

Sgombro 

Lo sgombro è un pesce azzurro molto nutriente e ricco di acidi grassi polinsaturi, proteine, vitamine e minerali. 

Tuttavia, non tutti gli sgombri sono uguali! Naturalmente, come per ogni pesce che troviamo nella cucina di Rignoli, si tratta sempre di pesce pescato e non allevato! 

“Lo sgombro dell’Atlantico (Scomber scombrus) –ci spiega Rignoli- ha una livrea verde-blu con striature nere sul dorso e bianca sul ventre, può raggiungere i 50 cm di lunghezza e i 2 kg di peso. In generale, ha una carne più grassa e saporita di quella dell’Adriatico, che è più magra e delicata. 

Pur essendo una specie simile a quella atlantica, lo sgombro dell’Adriatico (Scomber colias), è più piccolo, ha una livrea verde-azzurra con macchie nere sul dorso e bianche sul ventre e può raggiungere un massimo di 40 cm di lunghezza e i 500 g di peso”.

Marsala

Il Marsala DOC è un noto vino siciliano, una bevanda liquorosa a base di acquavite o alcol, mosto concentrato e mosto cotto. Non contiene zuccheri o altri ingredienti aggiunti. Si tratta di un vino di grande complessità con un sapore caldo e aromatico ma non stucchevole per la nota amara finale. 

Il risultato della sostituzione al mirin è entusiasmante, ve lo assicuro!

Aceto di riso 

L’aceto di riso è un prodotto tipico dell’Asia orientale ottenuto dalla fermentazione dei semi amidacei del riso. Grazie al suo sapore morbido e allo stesso tempo acido e dolciastro dal finale leggermente tostato, regala al piatto una nota pungente deliziosa.

Zenzero

L’aggiunta dello zenzero offre al palato una sensazione di pungente freschezza che rende il boccone ancor più intrigante.

Salsa di soia

Chiude il cerchio la soia con la sua complessità gustativa data dalla sua nota umami, il quinto sapore secondo la medicina cinese.

Mi pare ci siano ottimi presupposti per approfondire questa ricetta…

Nota della naturopata

Partendo dal presupposto che lo sgombro è un pesce azzurro molto salutare, poiché tutte le specie sono ricche di acidi grassi omega-3, proteine, vitamine del gruppo B, come la D e la B6, la niacina e la riboflavina, e minerali come calcio, fosforo, magnesio e potassio, tuttavia anche da un punto di vista nutrizionale esistono delle piccole differenze tra la specie atlantica e quella adriatica. Lo sgombro dell’Atlantico è più grasso e leggermente più calorico (170 kcal) di quello dell’Adriatico (160 kcal), ma anche più ricco di vitamina D e ferro! 

Lo sgombro dell’Adriatico è invece più magro, più proteico, ha più vitamina B12 e selenio (protettivo delle cellule).

Concludiamo dicendo che lo sgombro, pur essendo generalmente poco contaminato da inquinanti, va scelto preferibilmente tra quelli provenienti da zone marine pulite. Resta comunque vero che, in qualità di pesce azzurro, è in generale un pesce salutare!

Aceto di riso

Si tratta di un ingrediente a bassa acidità molto interessante grazie ad una buona dose di vitamine del gruppo B e diversi sali minerali quali potassio, calcio, manganese, ferro e magnesio. Per la sua ricchezza nutrizionale, l’aceto di riso è un prodotto molto benefico oltre ad essere totalmente privo di calorie! Esso, infatti, favorisce la digestione, la depurazione e la riduzione del meteorismo intestinale, aumenta le difese immunitarie, tiene a bada i livelli di zucchero e di colesterolo nel sangue, inoltre è un rimedio contro stanchezza e ritenzione idrica!

Marsala 

Il vino marsala secco è un vino bianco liquoroso prodotto in Sicilia, con un titolo alcolometrico di 18 gradi. Non riceve alcuna aggiunta di zuccheri o altri ingredienti e quindi ha un lieve tenore zuccherino e un contenuto calorico di 114 kcal per 100 g. 

Dal punto di vista salutistico, il vino Marsala secco, se consumato con moderazione, ha alcune virtù benefiche.

Tra queste:

  • Ha proprietà antiossidanti, grazie alla presenza di polifenoli
  • Agevola la digestione, stimola la secrezione gastrica e facilita la digestione dei grassi
  • Possiede inoltre effetti antinfiammatori dovuti alla presenza di resveratrolo

Zenzero 

Tra le sue innumerevoli virtù questa spezia  è un potente antinfiammatorio, un antiossidante e un antietà; favorisce la digestione, riduce il gonfiore addominale, protegge la mucosa gastrica ed è efficace contro la nausea, anche in gravidanza. Inoltre, agendo sull’infiammazione, migliora il metabolismo e abbassa zucchero e colesterolo nel sangue. 

Recenti studi hanno evidenziato anche la sua capacità di alleviare il dolore muscolare e articolare, il mal di testa e i reumatismi. Infine, la sua attività antivirale rafforza il sistema immunitario e aiuta a prevenire e curare le influenze stagionali.

Salsa di soia 

La salsa di soia utilizzata è a fermentazione naturale, fatta solo con acqua, semi di soia, grano e sale. I semi di soia sono tutti garantiti senza OGM e la salsa non contiene additivi artificiali come esaltatori di sapidità, coloranti o conservanti. 

Si tratta di un condimento con poche calorie e dal sapore intenso che arricchisce i cibi anche da un punto di vista nutrizionale.

Apporta, infatti, proteine, vitamine, ferro, antiossidanti, fibre e probiotici, che fanno bene alla salute. Può essere d’aiuto nella perdita di peso e disintossica l’organismo, ma va usato con moderazione da chi ha problemi di pressione o allergie.

Conclusione 

Andrea Rignoli ci propone un piatto di raro equilibrio, in cui ingredienti diversi si armonizzano valorizzando ogni singolo sapore e mantenendo indiscussa la centralità dello sgombro! 

Un tripudio di sapori che incanta e seduce il palato, nutre e vivifica il corpo e armonizza lo spirito. 

Un’esperienza gastronomica di grande soddisfazione.

È sempre una garanzia scoprire che chi fa la pizza è un napoletano doc.

Questo è sicuramente uno dei motivi che giustifica la fila di persone che quotidianamente si forma davanti all’ingresso del Ristorante Pizzeria Da Gianni a Riccione.

Protagonista è Beppe Fabozzi, in arrivo direttamente da Napoli e posizionato dietro al bancone per raccontarci la sua pizza gourmet. 

Contrariamente a quanto potrebbe far credere il termine gourmet, cioè piccole porzioni, Da Gianni gioca sull’esuberanza degli elementi garantendo un morso soddisfacente.

Il fulcro dell’eccellente risultato è senza dubbio l’attenzione alle materie prime; ancora più encomiabile considerato che parliamo di un locale che, in alta stagione, fa anche novecento coperti al giorno!

E questo rende felici persone come noi affamate di cose buone.

L’olio extravergine, come quasi tutti gli ingredienti, viene aggiunto sempre a fine cottura.

Le farciture sono irresistibili e tutte preparate con condimenti ricercati. Il comune denominatore è la qualità: dai formaggi di San Patrignano, al prosciutto di Genghe, al pomodoro di Gargano, alla burrata di Andria che arriva direttamente dalla Puglia. Il salmone è tagliato al momento; le alici sono locali e marinate direttamente dallo chef… insomma, l’intera filiera viene seguita nel dettaglio!L’impasto, per la pizza tradizionale come per la contemporanea e pure per la panificazione, è 100% biga! 

Ovvero preimpasto di acqua, farina e lievito, lasciato maturare e nuovamente impastato (metodo indiretto).

Nota di merito: si utilizzano farine di tipo 1 e integrali realizzate esclusivamente da grani autoctoni che conferiscono un gusto autentico e sano alla pizza. 

Troverai i dettagli sulla farina qui!

La realizzazione dell’impasto avviene con 80 % di idratazione e una lievitazione compresa tra le 16 e le 18 ore che contribuiscono a rendere il prodotto elastico, ricco di fibre e proteine. 

E non si tratta di moda, bensì di innovazione che migliora la digeribilità e salubrità del prodotto finale.

All’assaggio la pizza risulta ben calibrata, senza eccessi né di sale né di grassi, con un prorompente cornicione, come è giusto che sia, e tutti gli ingredienti al loro posto, nelle corrette proporzioni.

Noi ovviamente per omaggiare la Romagna abbiamo scelto l’integrale con burrata, rucola e alici marinate, un must della tradizione riccionese! 

Connubio perfetto giocato su consistenze, temperature e contrasto di sapori. L’impressione è quella di assaporare una nuvola scioglievole dentro con un cornicione croccante che in dote porta la generosa nota iodata delle alici. 

Perfettamente bilanciata dall’amaro della rucola e dalla dolce sapidità della burrata, la pizza era asciutta e croccante, succulenta ma leggera: pazzesca!

In pochi minuti la pizza era già sparita ed io non mi sono sentita per nulla appesantita, promossa a pieni voti!

Il pane non è più solo un marginale corollario al pasto, ma un piatto a sé stante, che merita attenzione e cura. 

Per questo motivo oggi ci siamo recati in viale Dante, nel cuore della movida riccionese, dove si trova il locale “Da Gianni”, ristorante e pizzeria dal 1968.

Qui abbiamo scoperto i segreti dell’arte della panificazione, assaporando il loro delizioso prodotto !

Dietro al bancone ci ha accolto Beppe Fabozzi, il maestro panificatore, presentandoci il suo pane stile casereccio, realizzato con farina di tipo 1 a km zero, ricca di proteine e dal sapore antico. 

Da assaggiare assolutamente anche il pane con farina ai 7 cereali e semi di zucca, croccante e profumato. 

Naturalmente non potevamo lasciarci sfuggire quello nero, preparato con farina integrale, quella vera, ottenuta dalla macinazione tra le mole a pietra, molto differente da quella per macinazione a cilindri, costituita per l’80% da farine bianche di tipo 0 e 00. 

Tutte le farine provengono dal Molino Grossi, inaugurato a Riccione nel 1956. Sono tutte ottenute da grani autoctoni, coltivati nelle campagne circostanti, macinati a pietra e setacciati secondo tradizione, senza alcun processo di raffinazione né additivi. 

Un valore aggiunto? Il grano matura a pochi passi dal mare. 

La panificazione “Da Gianni” segue un metodo tradizionale, partendo da un impasto a massa, al 90% di idratazione. Si usa la biga, una lievitazione di 18 ore e un’idratazione del 90%. Cottura a 180 gradi per 43 minuti. 

Il risultato è un pane dalla perfetta alveolatura, leggerissimo e digeribile, che conquista con il suo profumo intenso, la sua crosta sottile e croccante e la sua mollica soffice e umida.