LA STELLA MICHELIN CHE BRILLA DI UNA LUCE ALCHEMICA TUTTA SUA!

Food&Mixology, longe bar e alta cucina, atmosfera casual e una tradizione alleggerita e moderna!

L’Alchimia
Viale Premuda, 34, 20129 Milano MI

di Monica Spelta

L’Alchimia… di Milano

Metti una serata a Milano, metti che la strada ti porti verso porta Venezia e la curiosità ti spinga a conoscere un locale che coniuga l’eleganza del ristorante stellato ad un approccio fresco, informale e disinvolto.

All’ingresso il bancone del bar, la mise en place direttamente sul tavolo senza tovaglie, l’atmosfera volutamente casual, comunicano fin da subito di non essere entrati nel solito stellato.

Siamo da “L’Alchimia” (Stella Michelin dal Novembre 2019).

Food&Mixology, lounge bar ed alta cucina sono le due anime che creano l’accattivante sinergia alchemica del locale creato da Alberto Tasinato e Davide Puleio (executive chef).

In cucina l’innovazione incontra la tradizione e origina un menù comprensibile, istintivo, la cui unica costante è rappresentata dalla ricerca attenta di una materia prima eccellente.

Una scorsa alla carta e subito si coglie l’atteggiamento curioso e dinamico con cui Chef Puleio colora la tradizione.

Chips di polenta, focaccia pugliese coi pomodorini, “mottarello bianco mangiare al parmigiano”, sono alcune delle intriganti amuse bouche che preannunciano preparazioni tra saggia creatività e divertenti innovazioni.

Sulla tavola pane di canapa integrale con lievito madre, grissini stirati a mano, burro d’Isigny montato al pacojet.

Le fascinazioni illusionistiche iniziano con la commistione carne-pesce del primo antipasto: “wafer di ricciola, culatello e arachidi” ma raggiungono l’apice coi  “gamberi rossi crudi come una pizza margherita”, una combinazione ben pensata, dalla bella cromaticità che ci ha totalmente rapito coi suoi sapori delicati e insieme persistenti.

Ma è proprio quando Chef Puleio si confronta coi piatti della tradizione che nascono gli accostamenti più interessanti.

I ravioli del plin vengono proposti ripieni di baccalà mantecato e tarassaco, con crema e caviale di cavolfiori e mandorle tostate; nel “Risotto Milano-Langhe” il classico riso alla milanese (carnaroli “Riserva San Massimo”), è, invece, accostato a tartare di Fassona e polvere di nocciole.

Toccare una Stella ora si può

Piccione, latte al cardamomo, spuma di parmigiano e fave di cacao sono, invece, le originali componenti della versione della lasagna verde di Pulejo.

A coronare la carrellata di divertenti contaminazioni in menu, lo scenografico sporzionamento a vista di uno dei piatti signature dello Chef: “Coniglio grigio di Carmagnola in tre servizi” (Wellington, gyoza alla piastra e friggitello al tonno di coniglio).

Una variazione di coniglio, servito con un impeccabile fondo bruno, forse un pò gravato dalla salsa ketchup di peperoni, ma particolarmente riuscito nel gyoza che raggira i sensi e soddisfa reinterpretando uno degli emblemi della cucina giapponese.

Ad evidenziare la modernità dell’approccio culinario di Puleio, è, anche, la presenza in menu di portate leggere e vegetariane, allineate con l’attuale stile di vita, sempre più orientato al benessere e alla forma.

Così incontriamo pietanze che ci guidano all’incontro dei vegetali nelle varie stagioni, come ad esempio il “Risotto ai funghi porcini, polvere di funghi fermentati e capesanta alla plancia”che ci fa sognare coi suoi profumi autunnali.

Mentre l’“Uovo morbido, oro, tuberi e spuma di parmigiano”, o la squisita “Zucca arrosto, crema di castagne e carote con fonduta al Castelmagno” sono alcune delle proposte che scaldano il menu invernale.

La freschezza dei sapori e dei colori del “Morone di fondale, fave, taccole, piselli e fiore di zucca in tempura leggera, ripieni di panzanella” è un’esplosione invece di primavera che risveglia i sensi!

Il risultato è una carta stagionale, fresca e snella che rappresenta una cucina in cui la trasformazione delle materie prime avviene sempre e solo nel massimo rispetto dell’ingrediente.

L’Alchimia rappresenta una realtà poliedrica in cui alta cucina, materia prima selezionata, miscelazione e format disinvolto portano sinergicamente ad una nuova idea di ristorazione al passo coi tempi. Incontrerete una destinazione dedita all’ospitalità che punta a mettere a proprio agio i suoi ospiti, abbandonando le austere vesti del ristorante stellato ingessato!

Infine, non mancate di visitare la suggestiva cantina al piano sotterraneo curata da Valerio Trentani!

Conta circa 200 etichette con una selezione particolarmente accurata di bollicine francesi.

Last but not least, L’Alchimia, propone piatti dalle porzioni generose per il taglio di ristorazione in cui si colloca e con un buon rapporto qualità/prezzo (menù Classico 65, menù L’Alchimia 100).

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