IL VENTENNIO DEL FESTIVAL DEL BRODETTO DI FANO E LA SUA GENUINA ZUPPA DI PESCE
Si è da poco conclusa a Fano, nelle Marche, la celebrazione del ventennio del Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce, un grande festival della cucina italiana e dei sapori genuini.
In questo articolo abbiamo ritenuto utile raccontarvi questa ricetta che, distinguendosi per qualità e freschezza, costituisce la “zuppa di pesce” della cultura ittica adriatica per antonomasia.
Come sappiamo, la prima regola per la salute è mangiare in modo sano ed equilibrato.
Tra i piatti salutari della nostra tradizione marinara uno spazio di rilievo merita, senza dubbio, il Brodetto Fanese.
Secondo la tradizione il brodetto è nato a bordo dei pescherecci, preparato con ciò il mare ha da offrire in giornata, recuperando i pesci avanzati o rovinati dalle reti.
Oggi questa ricetta viene però abitualmente proposta anche nei ristoranti della città.
Si tratta di un piatto “povero” composto da pesci meno nobili e di piccole dimensioni, difficile da vendere.
Il suo valore risiede, in modo particolare, nell’utilizzo esclusivo del pesce pescato in giornata.
Senza essere sfilettati, i pesci (per lo più mazzole, canocchia, gattuccio, pesce prete, pesce San Pietro, rana pescatrice, razza, bocca in cava, seppie, scorfano, tracina, coda di rospo e in qualche occasione, granchio blu- Callinectes sapidus- ecc…), vengono preparati in una pentola con olio, cipolla o aglio, pomodoro (perlopiù concentrato) e aceto (talora vino).
I pesci vengono aggiunti secondo la loro grandezza, dal più grande al più piccolo in modo che, alla fine, le loro polpe abbiano lo stesso livello di cottura.
Ne esistono diverse interpretazioni, profumi e storie legate alla stagionalità o alle aree di pesca battute nella giornata e non solo.
Ogni famiglia, ogni peschereccio e ogni ristorante di Fano, ha la sua ricetta, ma le sue varianti, in ogni caso, non ne compromettono il gusto e il risultato finale.
Possiamo equiparare il brodetto ad una creazione artistica, sempre uguale e sempre nuova, una ricetta che parla di radici, legami, fatica, tradizione, passione e sentimento.
Un piatto che merita di essere conosciuto (e gustato!).