Prodotti esotici • Scopriamone le qualità

Salsa di soia e la moda dei Ristoranti Orientali

Visto l’allargata diffusione di Ristoranti etnici, giapponesi e cinesi in modo particolare e vista la dilagante presenza della cucina fusion nella ristorazione italiana penso occorra un po’ di chiarezza su un prodotto ormai largamente utilizzato: la salsa di soia. Vengono prodotti numerosissimi tipi diversi di salsa di soia, differenti per modi e tempistiche di fermentazione ma anche per aggiunta di ingredienti particolari e regionali.
Da considerare, inoltre, che negli  ultimi anni (dal 1995) ha sempre più preso piede la coltivazione di soia transgenica, modificata per essere sempre più resistente agli erbicidi. Poiché la soia è in assoluto il prodotto transgenico più coltivato nel mondo, è quindi sempre consigliabile controllare che la salsa di soia provenga da soia di produzione biologica o comunque esplicitamente non transgenica.
Limitiamoci alle 7 tipologie principali:
SALSA DI SOIA CINESE (Teu-Yu)
La salsa di soia prodotta dalla fermentazione dei semi di soia,
tradizionale contiene grano. I semi di soia sono cotti a vapore e il grano viene prima tostato e poi schiacciato. Poi i cereali vengono miscelati, viene aggiunto il sale e in Cina vengono lasciati fermentare per alcuni mesi
La salsa di soia, o shoyu, e le sue molte varietà si trovano ampiamente utilizzate in tutta l’Asia.
SALSA DI SOIA CINESE LIGHT
È la più leggera, totalmente liquida. Si usa per condire fritture leggere, per la gran parte delle marinature, nelle zuppe, oppure come condimento sulle insalate, al posto dell’aceto o del succo di limone.Si tratta della più utilizzata in Occidente, spesso considerata come la salsa di soia per eccellenza. Anche se è la più leggera, si tratta della più salata, poiché ricca di sodio quindi è sconsigliata!
SALSA DI SOIA CINESE DENSA
Molto più simile a uno sciroppo che alla salsa di soia alla quale siamo abituati, questa salsa ha una maggiore densità dovuta all’aggiunta di zucchero e una maggiore percentuale di cereali durante la fermentazione. Va da sé che questo comporti una sapore marcatamente più dolce del normale! Per la presenza dello zucchero è sconsigliata.
SALSA DI SOIA GIAPPONESE (shoyu)
I semi di soia sono cotti a vapore e il grano viene prima tostato e poi schiacciato. Poi i cereali vengono miscelati, viene aggiunto il sale e in Giappone vengono lasciati fermentare anche per alcuni anni.
Anche per il Giappone esistono diverse varianti:
TAMARI GIAPPONESE
Prodotta principalmente nella regione di Chubu, è ottenuta principalmente dalla soia, talora con l’aggiunta di una piccola quantità di grano; di coseguenza assume colorazione più scura e un maggiore aroma rispetto alla koikuchi. È considerata la salsa di soia giapponese originale, in quanto strettamente correlata con quella originariamente introdotta dalla Cina.
Salsa prodotta dalla fermentazione dei semi di soia ma senza grano (o molto poco), è specificamente una forma giapponese di salsa di soia, tradizionalmente prodotta come sottoprodotto della pasta di miso. È ideale in caso di celiachia. Ma é sempre bene controllare l’etichetta, visto che per i mercati occidentali talvolta i cereali vengono aggiunti. Ha un sapore delicato e moderato, che si esprime nel cosiddetto umami.